Vendere all’estero: gli errori più comuni e come evitarli

Vendere all’estero: gli errori più comuni e come evitarli

Internazionalizzare la tua impresa è una scelta strategica che può trasformare il futuro del tuo business. Se stai pensando di portare i tuoi prodotti oltre confine, o se ci hai già provato senza grandi risultati, è fondamentale capire cosa può ostacolare il tuo percorso.

Perché sì, vendere all’estero è possibile. Serve metodo, visione e consapevolezza. E parte, prima di tutto, dall’evitare gli errori più comuni.


1. Limitarsi a “spedire all’estero” senza una strategia export

Spedire un prodotto fuori dall’Italia non è fare export.

Vendere all’estero richiede un piano solido, che integri aspetti commerciali, normativi, logistici e comunicativi.

Il vero export parte prima della vendita: dallo studio dei mercati, dal posizionamento, dalla costruzione di una rete di partner.

Pensare solo alla consegna, senza una strategia chiara, significa rischiare tempo, soldi e reputazione.


2. Ignorare se il tuo prodotto è davvero adatto al mercato estero

Può sembrare ovvio, ma non lo è: non tutto ciò che funziona in Italia ha successo altrove.

Per ogni mercato potenziale, dovresti rispondere ad alcune domande chiave.


Il mio prodotto è compatibile con gusti e abitudini locali?

Ogni mercato ha preferenze culturali, estetiche e funzionali diverse. Un packaging apprezzato in Italia può risultare anonimo o totalmente sbagliato in Giappone. Adattare il prodotto (o la sua comunicazione) alle specificità locali può fare la differenza tra un tentativo fallito e un successo duraturo. Il made in Italy non è sempre garanzia di successo.

Esempi di brand famosi con packaging mirato per i mercati esteri

Adattarsi ai mercati esteri è anche questione di packaging e naming corretto. Spesso, sono proprio i piccoli dettagli – come un’etichetta o un imballaggio – a fare la differenza. Grandi aziende internazionali lo sanno bene, e proprio grazie a un ascolto attento dei contesti locali sono riuscite a conquistare nuovi pubblici con soluzioni ingegnose.

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Nestlé, ad esempio, ha dato prova di grande sensibilità ecologica e culturale in Giappone, dove ha ripensato il packaging dei suoi iconici Mini KitKat


Le nuove confezioni, in carta riciclabile, sono state ideate per ridurre l’impatto e per creare un momento di connessione con il consumatore: una volta scartato il dolcetto, l’involucro può essere riutilizzato per realizzare un origami. 


Un gesto semplice, ma profondamente in sintonia con la cultura locale. 

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Un altro esempio brillante arriva da PepsiCo con le sue patatine Lay’s. Quando ha lanciato la linea “al forno” in Italia, Spagna e Portogallo, ha scelto un approccio creativo: invece di creare tre confezioni diverse, ha giocato con il design grafico inserendo la parola “Horno”, che si legge facilmente anche come “Forno”, adattandosi così a tutte e tre le lingue. 


Un’intuizione che ha permesso di abbattere i costi e mantenere coerenza visiva nei diversi mercati.


Insomma, questi casi mostrano chiaramente che per vendere all’esterno con successo, bisogna mettersi in discussione, osservare con curiosità e rispondere con intelligenza ai bisogni locali. Anche il packaging può diventare un ponte tra culture diverse, se progettato con attenzione.


Ha un prezzo competitivo, considerando logistica e dazi?

Il prezzo finale deve includere costi di trasporto, assicurazioni, dazi doganali, eventuali certificazioni e adattamenti. Un prodotto che in Italia è posizionato in fascia media potrebbe diventare premium, o del tutto fuori mercato all’estero. 

Verifica anche i prezzi dei competitor locali per capire se puoi reggere il confronto o se è necessario rivedere margini e condizioni.


È conforme alle normative tecniche o di sicurezza del paese target?

Ogni paese ha regole precise su sicurezza, etichettatura, materiali, imballaggi. Esportare senza verificarle può portare al blocco in dogana, a multe o al ritiro del prodotto. Meglio investire in una verifica normativa preventiva, magari con l’aiuto di un partner esperto, che affrontare i costi (anche reputazionali) di una non conformità.

Sottovalutare questi aspetti può comportare blocchi doganali, richiami o semplicemente scarso interesse commerciale.

Meglio scoprirlo prima, con un’analisi export ben fatta.


3. Sottovalutare l’importanza della preparazione interna

Molte PMI iniziano a vendere all’estero senza aver preparato il proprio team, i propri processi e i propri strumenti.

Il risultato? Risposte tardive ai clienti internazionali, difficoltà nella gestione di ordini complessi, barriere linguistiche, documentazione inadeguata.

Prima ancora di lanciarti, assicurati che:

• il tuo sito sia localizzato (non solo tradotto),

• il customer service sia in grado di gestire richieste multilingua,

• l’ufficio commerciale sappia dialogare con clienti internazionali


4. Scegliere i mercati in base a intuizioni o contatti casuali

Ti è mai capitato di puntare su un paese perché “ci vivono tanti italiani” o “un amico ci lavora”?

Succede spesso. Ma l’internazionalizzazione efficace nasce dai dati, non dal sentimento.

L’analisi dei mercati ti aiuta a:

• capire dove c’è domanda reale per il tuo prodotto,

• valutare la concorrenza,

• identificare i canali di ingresso più efficaci,

• evitare investimenti in mercati poco redditizi o troppo complessi.


Un’analisi strategica dei mercati target può farti risparmiare anni di tentativi a vuoto.


5. Trascurare la comunicazione interculturale

Vendere all’estero è anche parlare a persone con cultura, sensibilità, abitudini e aspettative diverse.

E questo vale non solo per la lingua, ma per il tono, lo stile e il contenuto della comunicazione. Abbiamo bisogno di empatia, di metterci nei panni dei clienti per capirne davvero i bisogni e partire da proprio da lì per creare un’esperienza emotiva.

Tradurre non basta. Devi adattare.

E per farlo bene, serve una comunicazione interculturale studiata su misura.


6. Non proteggere adeguatamente il tuo brand e il tuo know-how

Quando inizi a esportare, il tuo marchio entra in nuovi scenari legali e competitivi.

Se non hai registrato il tuo brand su scala internazionale, potresti perdere il diritto di usarlo o vederlo copiato.

Allo stesso modo, se non proteggi i tuoi prodotti con brevetti, marchi o modelli registrati, potresti trovarti a lottare con cloni o contraffazioni.

Prima di esporre il tuo know-how in un nuovo mercato, assicurati di avere una strategia di tutela della proprietà intellettuale, che i tuoi marchi siano registrati nei paesi target e di inserire una clausola di esclusiva chiara nei contratti con i distributori.


7. Affidarsi a distributori o partner locali senza verifiche approfondite

Trovare un partner locale può accelerare l’accesso al mercato. Ma può anche diventare un freno se la scelta è frettolosa.

Un distributore non allineato ai tuoi valori può danneggiare la tua reputazione, bloccare la crescita o creare conflitti.

Verifica sempre:

• l’affidabilità economica e commerciale del partner,

• la sua rete di contatti reali,

• la compatibilità tra i tuoi obiettivi e la sua strategia,

• il tipo di contratto: esclusiva sì o no? Obiettivi di vendita? Durata?


Meglio perdere qualche settimana in più in selezione, che anni in un rapporto sbagliato.


8. Pensare che l’export sia una tantum, e non un processo da coltivare

Ultimo, ma fondamentale: vendere all’estero non è un’azione una tantum, è un investimento continuo.

Se non accompagni l’export con attività di marketing, assistenza post-vendita, aggiornamento normativo e consolidamento dei contatti, rischi di vanificare tutto.

Un mercato estero si costruisce nel tempo, passo dopo passo.

Con cura, presenza e relazioni vere.

E se sei all’inizio, non devi farlo da solo.


Vuoi evitare questi errori e costruire una strategia export efficace?

In Going Global ti aiutiamo a impostare, o rimettere sulla giusta rotta, il tuo progetto di internazionalizzazione.

Con uno sguardo strategico, un piano su misura e il supporto operativo di professionisti con esperienza diretta nei mercati internazionali.


Un passo sicuro verso l’estero, partendo dai dati giusti

Vendere all’estero è visione. E ogni visione solida nasce da dati affidabili, interpretati nel modo corretto. Non basta raccogliere numeri: serve qualcuno che sappia leggerli per te, comprenderli nel contesto locale e trasformarli in decisioni concrete e sostenibili.


Il nostro servizio di analisi strategica è pensato proprio per questo. Ti offriamo uno strumento su misura per valutare i tuoi mercati di riferimento, esplorare le opportunità più adatte alla tua azienda e anticipare eventuali criticità. Il tutto con un approccio scientifico ma anche umano, capace di connettere numeri e scenari reali, grazie all’esperienza sul campo maturata in oltre quarant’anni di consulenza internazionale.

Con Going Global usi i dati per costruire una rotta chiara e personalizzata, che tiene conto del tuo settore, dei tuoi obiettivi e delle sfide del mercato.

Perché affrontare l’internazionalizzazione con gli occhi bendati, quando puoi avere una mappa precisa e qualcuno che ti accompagna passo dopo passo?

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Il tuo prodotto può viaggiare lontano, se lo accompagni con le giuste scelte.


Fonti

https://www.fastcompany.com/90399304/kitkat-is-ditching-plastic-packaging-for-paper-you-can-turn-into-origami

https://www.lays.es/productos/lays-horno-al-punto-de-sal

Vendere all’estero online: 9 cose da non fare
6 giugno 2025
Vendere all’estero attraverso il digitale è una grande opportunità per le aziende italiane, ma non è un processo da improvvisare. Il digital export, ovvero la vendita online nei mercati internazionali, può essere un potente strumento di crescita, ma solo se affrontato con strategia e consapevolezza. Pensare che basti tradurre il sito web o caricare i prodotti su un marketplace per ottenere risultati è un errore comune. Ogni Paese ha dinamiche di mercato, abitudini di acquisto e regolamentazioni diverse, e ignorarle può trasformare un’opportunità in un fallimento. Se vuoi evitare passi falsi e costruire un business sostenibile fuori dai confini nazionali, ecco 9 errori da non commettere quando vendi online all’estero.
Perché gli archetipi di marketing ti aiutano a vendere di più
2 maggio 2025
Vendere all’estero non è solo una questione di logistica, norme doganali o traduzione del tuo sito web nella lingua locale. Per conquistare un mercato internazionale, devi entrare in sintonia con il tuo pubblico, costruire una relazione solida con i tuoi clienti, entrare nel loro mondo, per poi farli entrare in quello del tuo brand. Ed è qui che entrano in gioco gli archetipi di marketing: strumenti efficaci che sfruttano immagini e modelli universali che le persone riconoscono e comprendono facilmente. Leve potentissime che ti permettono di comunicare in modo chiaro e persuasivo con la tua audience. Se stai pensando di espandere la tua impresa nei mercati esteri, comprendere il linguaggio degli archetipi ti aiuterà a posizionare il tuo brand in modo coerente e strategico. Vediamo come gli archetipi di brand possono fare la differenza nel percorso di internazionalizzazione della tua impresa.
Internazionalizzazione delle imprese: tutti i vantaggi
1 aprile 2025
L’internazionalizzazione delle imprese non è più un’opzione, ma una necessità per restare competitivi in un mercato globale in continua evoluzione. Le aziende italiane che si espandono all’estero non solo aumentano il proprio fatturato, ma migliorano anche la propria competitività, diversificano il rischio e accedono a nuove opportunità di business. L’export continua a essere il motore trainante dell’economia italiana. Nel 2024, le esportazioni hanno raggiunto i 650 miliardi di euro, con un incremento del +3,7% rispetto all’anno precedente. Questa crescita è stata spinta in particolare dall’espansione nei mercati del Golfo e in Nord America, aree strategiche che offrono nuove opportunità alle imprese italiane.1 Ma quali sono i reali vantaggi dell’internazionalizzazione? E perché dovresti prendere in considerazione questo percorso per la tua azienda? In questo articolo esploreremo tutti i benefici dell’internazionalizzazione e ti mostreremo come affrontare questo processo con consapevolezza e strategia.
Vendere all'estero: come trovare nuovi clienti?
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Se hai deciso di vendere all’estero i tuoi prodotti e di iniziare il percorso di internazionalizzazione della tua impresa: bene, sarà una bella avventura. Improvvisare però non è possibile e può costarti molto caro: per evitare di perdere tempo e ingenti somme di denaro ti serve una strategia. Se vuoi trovare nuovi clienti nei mercati esteri e far crescere il tuo business dobbiamo fare un ragionamento inverso: per avere successo dobbiamo partire da te, dalla tua unicità e dal tuo prodotto, anzi, dal sistema prodotto. E se seguirai i nostri consigli saprai non solo come trovare nuovi clienti per vendere all’estero, ma avrai una strategia chiara con obiettivi raggiungibili, che ti permetterà di prevedere con più consapevolezza possibile ogni piccolo, grande imprevisto. Vediamo insieme i 3 pilastri per vendere all’estero + 3 metodi efficaci per trovare nuovi clienti.
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Espandere il proprio business oltre i confini nazionali è un passo cruciale per molte aziende alla ricerca di opportunità di crescita. L’internazionalizzazione delle imprese permette di accedere a mercati più ampi e diversificati e offre la possibilità di sfruttare vantaggi competitivi come l’ottimizzazione dei costi, l’innovazione e l’acquisizione di nuove competenze. Tuttavia, avventurarsi in un mercato internazionale richiede una strategia ben pianificata e adattata alle esigenze dell’azienda e del mercato target. Vediamo quindi quali sono le principali strategie di internazionalizzazione che le imprese possono adottare per affrontare con successo la sfida dell’espansione globale.
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Per capire come misurare il successo del posizionamento di un brand dobbiamo introdurre il concetto di “brand awareness”. Il posizionamento del brand (brand positioning) e la brand awareness sono due concetti distinti ma correlati. Il posizionamento del marchio è l’immagine unica e distintiva che l’azienda vuole associare al proprio prodotto o servizio nella mente dei clienti. Riguarda la creazione di un’identità chiara e riconoscibile per il brand, che si basa sulle sue caratteristiche specifiche, i valori, il tono di voce e il target di mercato dell’azienda. L’obiettivo è far sì che il brand sia riconosciuto e preferito dai consumatori rispetto ai competitor.
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15 gennaio 2025
Scegliere i mercati esteri più promettenti per la propria azienda è fondamentale per ottimizzare le risorse da investire nell’internazionalizzazione d’impresa. Per valutare l’attrattività di un mercato estero dobbiamo raccogliere informazioni sul Paese a livello macroeconomico, sociale, culturale e conoscerne i gusti e le abitudini, senza dimenticare di monitorare i trend e porre attenzione ai vincoli fiscali, legali e doganali. L’obiettivo è definire dove sia possibile vendere i propri prodotti o servizi con continuità. Possiamo dividere questo processo in tre fasi. Vediamole.